Nel corso del 1997 si avvia all'interno delle scuole di Novate la riflessione su una nuova modalità di organizzazione scolastica, quella che prevede la verticalizzazione dei 3 ordini di scuola (materna, elementare, media) in un unico Istituto Scolastico detto "Comprensivo".
Il dibattito all'interno delle varie componenti scolastiche pone in evidenza una serie di innegabili vantaggi dati da una soluzione di verticalità:
1. la realizzazione della continuità educativa;
2. l'eliminazione della discontinuità metodologico - didattica tra ordini di scuola;
3. il superamento delle gerarchie tra i tre ordini di scuola;
4. la modifica dell'interpretazione cronologica - temporale dell'apprendimento;
5. la condizione ottimale per evitare la ripetitività dei contenuti didattici;
6. la stabilità dell'organico;
7. l'impianto organizzativo unitario;
8. la continuità territoriale;
9. l'utilizzazione razionale delle risorse.
Con il piano di razionalizzazione dell'a.s. 1997/98 il Consiglio Scolastico
Provinciale decreta la formazione dell'Istituto Comprensivo.
I tre ordini di scuola che ne fanno parte hanno un'unica direzione e
Segreteria, un unico Collegio Docenti, un Consiglio d'Istituto e Comitato
Genitori.
L'istituto comprensivo ha anticipato i problemi e le possibili soluzioni di alcuni nodi problematici della scuola italiana
Nello scegliere questa soluzione il Collegio Docenti e il Consiglio di Istituto hanno inteso seguire queste aree di interesse: il territorio, le risorse, il curricolo.
Rapporto con gli utenti del territorio
1. La scuola comprensiva si caratterizza come un servizio alla comunità (ne raccoglie la domanda educativa), senza perdere la sua connotazione di istituzione (cioè in grado di proporre un'offerta formativa di eguale valore in tutto il territorio nazionale).
2. I vantaggi dell'Istituto verticale (visibilità della scuola, unitarietà del progetto, vicinanza ai bisogni della comunità) possono essere ulteriormente potenziati, per contenere, se opportunamente governata e controllata, i possibili svantaggi (localismo, povertà di stimoli, isolamento, ecc).
3. L'Istituto comprensivo rafforza il rapporto con gli enti locali, rendendolo più incisivo ed impegnativo. Si determina un maggiore peso negoziale della scuola nei confronti della comunità (autonomia funzionale).
4. L'intensificazione dei rapporti interistituzionali stimola la messa a punto di nuovi strumenti giuridici appropriati per la concertazione (dagli accordi di programma ai protocolli di intesa, dalle convenzioni ai consorzi di servizi).
5. Il coordinamento tra il servizio scolastico e gli altri servizi sociali ed educativi pone le premesse per una maggiore attenzione alle condizioni dell'infanzia e della adolescenza di una comunità territoriale (Legge n°285/1997).
Uso funzionale delle risorse professionali
1. L'istituto comprensivo valorizza l'insieme delle risorse professionali presenti nella scuola (dal dirigente allo staff, dai docenti agli ausiliari, dal personale di segreteria ad altri operatori).
2. L'ambiente scuola comprensiva offre le condizioni per sperimentare una gestione innovativa degli organi funzionali, sia nella direzione dello scorrimento verticale delle professionalità, sia nella gestione più flessibile delle scelte didattiche(es.: moduli, gruppi interclasse, laboratori, ecc.).
3. L'istituto comprensivo stimola la costituzione di uno staff di supporto al dirigente scolastico, per il coordinamento psicopedagogico e didattico.
Percorsi curricolari verticali
1. Le scuole comprensive contribuiscono all'elaborazione di un curricolo verticale in termini di costruzione progressiva delle conoscenze (dichiarative, procedurali, immaginative) e degli atteggiamenti sociali.
2. Le caratteristiche pedagogiche degli istituti comprensivi (modalità di proposta dei saperi, verticalità del curricolo, articolazione in bienni didattici, ecc.) contribuiscono al ripensamento della scansione tra livello primario e secondario dell'istruzzione.
3. Il curricolo verticale valorizza un diverso rapporto tra conoscenze informali (degli alunni) e conoscenze formali (proposte dalla scuola)
4. Negli istituti verticali si possono anticipare occasioni di valutazione di sistema per favorire la costruzione condivisa di standard di apprendimento (competenze, abilità trasversali) e di indicatori di qualità di servizio (gli insegnanti, il clima, l'organizzazione).
5. La messa a punto di criteri di valutazione formativa stimola la elaborazione di un curricolo "centrato" sugli apprendimenti, in quanto favorisce una analisi qualitativa delle discipline di studio (obiettivi formativi e competenze degli allievi).
6. L'ambiente didattico tende ad arricchirsi di riferimenti qualitativi nel ricorso alla multimedialità, nelle esperienze di laboratorio, nell'operatività, nella gestione cooperativa della classe.
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